Pagina:Panzini - Il libro dei morti, 1893.djvu/194

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mite tu leggi una disposizione al sogno e a l’abbandono, e quelle anime fragili e delicate che il rude contatto de la folla umana offende sì che anteporrebbero di morire piuttosto che entrare con essa in battaglia, e, infine, tutto l’esercito di coloro che la sventura o la natura ha colpito, tu non li conti? dove andranno essi? e chi sono per te? Per me sono i buoni.

Ma più buoni sono quelli che soffrono, che piangono al pianto de gli altri, che non hanno fatto cadere una lagrima dal ciglio del loro padre e de la loro madre; quelli che vivono semplici, ignorati, modesti; quelli che si accontentano de la minestra e danno la pietanza a gli altri; che sfuggono ogni intemperanza del senso; che pure essendo forti amano di sacrificarsi a gli altri, piuttosto che sacrificare gli altri al proprio bene; e questo non solo perchè lo vuole Dio e ci ha promesso un premio; ma anche perchè corrisponde ad un non so che di eroico che non certo è in tutti gli animali che vanno sotto il sole, eppure un tempo si credeva conforme a la natura umana. —

— O uomo semplice — rispose sorridendo