Pagina:Panzini - Il libro dei morti, 1893.djvu/91

Da Wikisource.

— 87 —

recò in casa di G. Giacomo ed il medico fece il simigliante: ambedue bisognosi di riscaldarsi, più che a la viva fiamma del focolare, a l’affetto di quella gente buona e semplice; e l’uno presentiva che vi avrebbe trovato l’altro: ma v’è qualche cosa di più forte che non le passioni di parte, ed è questo grande dolore umano in cui i buoni si riconoscono fratelli come ne la morte.

La prima sera che si trovarono a veglia da G. Giacomo fu così.

Il dottore e Don Leonzio venendo da due opposte stradicciuole, s’incontrarono proprio davanti a la villetta che da pochi istanti era suonata l’avemaria e le ultime vibrazioni ancora tremavano ne l’aria ferma ed umida de la sera. Le due finestre de la cucina a pianterreno lucevano, e la luce pareva più viva al confronto de le ombre nascenti.

Come il dottore fu vicino sì da essere ravvisato da l’occhio fioco del prete, disse a voce alta:

— Suonate presto eh l’avemaria adesso? —

— Oh siete voi, dottore? Sicuro suona presto ora: gli è che le giornate si sono fatte corte; ep-