Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu/109

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a stare in questa casa che par di essere in una tomba, lei mi vuol togliere persino la libertà di ricevere un mio parente.

— Poteva dire — disse Beatus — che era un vostro parente.

— Ah sì! chi ha il coraggio più di parlare con quegli occhi feroci che lei fa quando è arrabbiato? «Libertà, libertà! la libertà rimedia a tutto!» Begli impostori!

Anche questa sentenza non deve sorprendere: era una reminiscenza dei colloqui che si tenevano nello studio di Beatus Renatus, quando egli possedeva tutto il suo onesto giudizio, e credeva anche nei superamenti dei servi e delle serve.

— Sì, signore, mio parente — continuò Scolastica —; figlio di mia zia e se vuol veder le carte, gliele farò vedere.

— Io non discuto — disse Beatus — le vostre genealogie. Piuttosto: a proposito di carte, avete la bolletta di riscatto della cagnolina?

— Adesso terrò da conto anche i pezzi di carta!

«Vede lei — disse Beatus Renatus a Leone Tolstoi, che pendeva anche lui nel suo camiciotto russo — la bella umiltà degli umili?»