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vetta dell’anima costituiscono un privilegio. Ma costruiremo noi per sette pianeti erranti, sette cieli? Per poche anime degne di immortalità, costruiremo noi l’Empireo? Non esiste l’Empireo.

Gli uomini senza anima devono anzi credere alla morte, e perciò domandano i balocchi; e il re dei bolcevichi dà loro i balocchi. E se gli uomini poi nella materiale conquista si domeranno gli uni contro gli altri e la terra li coprirà, che importa? Se l’uomo meccanico vedrà anzi soltanto la mano che muove la leva e la ruota della sua macchina, e più non vedrà l’intelletto che crea, che importa? Se è spenta la piccola lampada che accende i cuori, e soltanto i fari irradiano la gran luce bianca che fa smarrire la via, che importa?

«Maledetto sii tu, mio Signore!» canta l’esercito del re dei bolcevichi.

In questi vaneggiamenti si perdeva Beatus; e fredde come il fulgore siderale della scienza vedeva le pupille del re dei bolcevichi. Come abbaglianti per un misticismo terreno.