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candescente». Alludeva alla guerra; e aveva detto al professore di italiano: «Sbrìgatela tu, io non so più cosa è il diritto!» Il professore di italiano era atterrito. Diceva: «È inutile contrastare alla Germania! La Germania vincerà anche se perderà. È la concezione materialista che trionfa. Sono i mammut dei conglomerati umani che vinceranno: lo spirito è morto! la morale è morta! Cristo è morto! l’individuo è morto! Forse da qui due, tre mila anni risorgerà l’uomo: ma oggi è così, è fatale che sia così. Parla, parla tu, o Beatus».

Ma Beatus non aveva saputo parlare.

Al vedere quei volti trasfigurati, aveva sentito un pallore nel cuore, ma la parola di fede non l’aveva proferita.

Quando fu a casa e vide i ritratti dei benefattori dell’umanità, s’accorse che essi erano impassibili nella loro saviezza, come cattivi demoni. Ed ebbe vergogna di non essere pazzo come quei giovani.

La voce di quei giovani che gli dicevano: «Beatus Renatus, si va a morire; dicci tu una parola di fede», lo soffocava.

Quella adolescenza che domandava la guer-