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96 il romanzo della guerra

sconvolge tutti i valori, brucia tutti i codici sacri della borghesia: diritto privato, chiese, diritto internazionale, banche, famiglia, proprietà dell’ingegno, brevetti ecc. Orbene: questa, guerra esterna non è altro che la preparazione della nostra guerra interna. Il ministro inglese Asquith ha promesso che la guerra borghese durerà almeno venti anni. Aiutiamo, dunque, gli Stati borghesi a rovinarsi. Dopo comincerà la nostra guerra, la quale sarà così tremenda, con milioni di proletari, gridanti vendetta, che la attuale sarà in paragone, piccola cosa. Dopo di che avverrà la purificazione ideale. Bismark è stato il cancelliere di ferro della borghesia, Carlo Marx è il cancelliere di ferro del proletariato. Picchiamo, dunque, sodo (come dice il Kaiser), o compagni!»

Non so perchè, invece di sorridere di queste profezie, mi è venuta una gran tristezza: non so per quale successione di idee mi è balzato in mente quello che si legge concordemente, cioè che i tedeschi fanno uno spreco enorme delle vite dei loro soldati: poi i matrimoni della guerra, ordinati dal Kaiser, matrimoni spicci — spiccia fecondazione di donne prima della morte. Affinchè non manchino i milioni e milioni di proletari da qui a vent’anni? Poi Bismark e Marx, i due germanici cancellieri di ferro ravvicinati. Il pensiero di Missiroli! poi la barba di Marx dietro i baffi del Kaiser. Poi Thor, Siva, Moloc, gli dei san-