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122 il romanzo della guerra

di Bellaria! e perciò mi ero proposto di sorvegliarmi con attenzione, anzi di non parlare addirittura di politica. Macchè! Son venuto fuori con due proposizioni che parvero molto eretiche a quei signori: la prima che il marxismo è una cura sociale che può, per chi piace, essere anche bellissima; ma non era troppo adattata all’organismo italiano; la seconda che i socialisti tedeschi ed il Kaiser formano presentemente una cosa sola.

— Ma, caro signore — mi dissero — dove è vissuto lei durante queste vacanze? Ma lei sta poco bene.

E andarono a prendere la cassetta d’urgenza della ragion pura per curarmi. — Ma i socialisti tedeschi sono nella più perfetta buona fede — mi dissero. — Essi sono convinti, e sarà forse un errore, ma sono fermamente convinti che la loro patria è stata aggredita. Nel quale caso, nel caso di legittima e ben provata difesa...

... del territorio nazionale, lo so — interruppi io — l’ho imparato a memoria, anche i socialisti possono ammettere la guerra. Ma non si tratta di questo, si tratta che i socialisti tedeschi vogliono dominare il mondo nè più nè meno del Kaiser, dei loro filosofi, dei loro scienziati. La cosa vi fa dispiacere? vi secca di ammetterla, signori? vi è intollerabile che altri lo dica? e va bene! Ma va bene anche per me se mi vince