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il romanzo della guerra 133

Egli è Kriegsfreiwillinger, cioè volontario. Mi promette che il Kuckuck della Schwarzewald me lo manderà finita la guerra.

Caro e valoroso giovane, così tu me lo possa mandare, e possa la tua Germania fiorire, floreat Germania! ma con meno Kultur, se essa deve dare per frutti i mortai da 420 mm..


2 Novembre. Nel giorno dei Morti.


14 Novembre. Il caro giovane e amico mio, Gino S***, è venuto ier sera a salutarmi, dopo sei mesi che non lo vedevo. In fretta. Ha la carrozza alla porta. Parte per terra lontana. Però, anche in quei pochi minuti, si parlò della guerra.

Dice gestendo convulsamente:

— Sente lei odor d’ozono?

— D’ozono?

— Sì, l’odore sano, purificatore delle grandi tempeste! La guerra è la gran purificatrice. Gloria alla Germania! È la bancarotta completa della miserabile civiltà in cui noi credevamo! Monumenti, codici, diritto, proprietà, tutto crolla. Ed è la Germania — la nazione più avanzata in questa civiltà — che fa crollare tutta la vergognosa baracca.

— Ci ho pensato anch’io, caro Gino.

— Ah, — rispose egli allora — sa chi ne gioirebbe se potesse rivivere?

— Chi?