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della distruzione. Tutti gli egoismi e tutti gli istinti sono scatenati. Essa assume le forme più diverse e più paradossali, i nomi più strani, le armi più insidiose: lotta per la vita e selezione nel mondo animale, spietata concorrenza nel mondo della produzione e distruzione e sperpero di ricchezza, lotta di classe nel campo sociale, guerra nella vita internazionale. Dappertutto ira e furore.

La guerra attuale non è altro che un episodio saliente e riassuntivo della guerra che si perpetua ogni ora in tutti i campi del pensiero e dell’azione; è il quadro tragico e orribile dell’orgoglio umano, ribellatosi alla parola di Dio.

Ecco perchè la democrazia razionalista è impotente contro la guerra e non sa, non può, non osa nessuna azione contro il flagello terribile, che abbatte tutte le dignità umane. In nome di quale autorità, in virtù di quale principio assoluto, il razionalismo, la democrazia, possono condannare la guerra e gridare una parola di pace, se essi vivono appunto della negazione di tutto ciò che può offrire all’umanità un assetto veramente civile, una vita veramente umana?

Se la stessa verità intellettuale è una creazione del nostro pensiero, se la giustizia e la verità sociale non sono conseguibili se non attraverso la faticosa e dolorosa elaborazione della storia, alla quale le vite umane vanno immolate — come gli antichi immola-