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— Scusate — dice Maioli, — anch’io non vedo che casette su la collina....

— Perchè lei è vecchio — salta su a dire la guida artistica. — Il suo occhio non è nè più nè meno di una macchina fotografica: lei non ha sensazioni: lei non vede il movimento vibrante. Le casette danzano in lento ritmo, ma danzano: le finestre aperte esclamano per la beatitudine: oh, oh, oh! Bisogna esprimere questa danza e questa beatitudine. Io per esprimere quelle che quel signore (questo son io!) chiama casette, farei una teoria di fanciulle ondeggianti in ritmo, che con la bocca aperta per la beatitudine fanno oh, oh, oh!

La contessina è entusiasta.

— E chi non ha questa sensazione — conclude lui — è un rinoceronte!

Lui parla con Maioli, ma pare che si riferisca a me. Mi pare che sia il caso di rilevare l’offesa.

— Sì — dico — signore, per me è indifferente o casette o fanciulle. Ma lei mi sembra che conosca poco la modestia.

— La modestia? Ah, ah, ah!

Tutti e due si mettono a ridere come matti.

Vorrei sapere cosa ho detto da far ridere a quel modo.