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vallo nero e storico, che, con finimenti d’argento, trascina su la vecchia carrozza la vecchia contessa.

Quanto poi alla contessina, chi sostiene che le manchi qualche altra cosa oltre alla totalità del sangue blu; chi si limita alla mancanza di un venerdì.

Ora anche Ginetto Sconer, per quanto sensibile, ha la testa su le spalle e, fra le orecchie, il cervello.

— Caro conte, — dico a Maioli — mi dispiace: il matrimonio non è una lirica ma un poema continuativo. Ho pensato, e rifiuto.

(Esclamazione di meraviglia).

Proseguo: — Potrei dire che la merce non è uguale al campione.

(Esclamazioni di sdegno).

— Ma non è per questo. Lei voleva cacciare l’articolo, come dicono a Milano. Lei mi ha parlato del sangue blu, ma non mi ha mica detto che è un sangue blu mezzo matto, che non sa cos’è il preventivo, e cos’è il consuntivo.

— Ma che linguaggio è questo? — esclamò Maioli. — Io vi facevo capitano della più bella fregata che sia stata varata nell’oceano femminile, e voi mi parlate di consuntivo e di preventivo.