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di fuori la posta, facendo lunghe conversazioni) c’erano due signore, mamma e figlia, che tutte le volte che io arrivavo, mi guardavano con un sorriso di benevolenza, e direi di compiacimento.

Un po’ alla buona, mamma e figlia; ma così fiorenti e così sane che ricordavano le buone famiglie patriarcali di Romagna, ai bei tempi ospitali di una volta.

Un giorno, la mamma si fece coraggio e mi disse: “È lei quello che ha scritto Io cerco moglie nella Lettura?

Io non potei dir di no, ma avevo un po’ di paura.

Invece la mamma mi disse: “Abbiamo riso tanto questo inverno„.

E la figlia approvava con un simpatico sorriso.

Ciò mi ha fatto molto piacere.

Mamma e figlia non devono aver pratica con la Letteratura: io non ne so nemmeno il nome, ma spero che non se ne avranno a male se dedico a loro il libro con riconoscenza.


Roma, ottobre 1919.