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limento, mi accosto piano, in punta di piedi, le sfioro la nuca con un soffio dì bacio. “Ginetto, sei tu?„ “Sì, sono io„. Essa mi ricambierebbe un bacio tanto virtuoso. Però mi pare che nei primi tempi, almeno, in questo mio salotto, lei si troverà come sperduta. Io non riesco a figurarmi Oretta in toilette di ricevimento. Oretta è una barchettina modesta con cui posso andare a riva a riva.

Ma ecco sopravviene la contessa Ghiselda, la gran nave da battaglia, e mi manda a picco la barchettina. Io mai la sposerò, ma con ciò non è meno vero che quella donna ha colpito la mia imaginativa. Ma non soltanto la signorina Oretta, ma tutte le donne vanno a picco quando passa la contessina.

Io non dirò che la contessina non si lavi, ma è certo che lei è diversa dalle altre donne eleganti. Che profumo ha? Non lo so. E sì che io me ne intendo! Profumo di selvaggina. Le altre donne eleganti sono troppo lavate, troppo lavorate, e lo dico contro il mio interesse! Sono come quelle costolette, preparate bene, ma che non si capisce più che carne è.

Io colloco anche la contessina nel mio salotto; e anche lei, per un altro verso, non va, non combina.