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L’avvocato ammonì la sua signora che è sconveniente chiamare gli eroi “poverini„.

Ma Melai fece un gesto come per allontanare quella parola eroi; e poi disse: — Mi pare di perdere l’anima che io avevo lassù.

Capì che noi non capivamo, e disse: — Lassù, vicino alla morte, si acquista un’altra anima. Si ha la sensazione che nel mondo non c’è nulla. Se anche avessi cento milioni, non avrei nulla! Si sente la rinuncia di tutto, anche alla giovinezza, anche all’amore.

— Oh, è terribile! — disse l’avvocato.

— No, è piacevole — disse Melai. — Si diventa come i frati che hanno rinunciato a tutto. Eppure si possiede tutto, perchè si sente l’anima. Sarà forse perchè io ero sul Cadore, una zona relativamente tranquilla. Lassù, sul Cadore, luce, selve odorose, monti, neve, orizzonti divini. Lassù a quelle altezze — io non so come — trovavo da per me certe idee che credevo non esistessero se non nei sogni dei poeti. Sanno che ciccavo lassù? Ho imparato a mordere tutte le erbe amare dei monti. Di notte attendevo il sole; quando c’era il sole, attendevo le stelle. Non ho mai avuto la sensazione della meraviglia del giorno, come lassù. Il sole e le stelle rotavano insieme come una giostra. Che cosa meravigliosa