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il giorno! Non ve ne siete mai accorti che è una cosa meravigliosa il giorno? Un verso di Dante mi nasceva in mente e bagnava l’anima: l’ora del tempo e la dolce stagione. Lo ciccavo anche quello come le erbe amare. Mi pareva che ogni mattina al sorger del sole, Iddio lavasse, in silenzio, la terra insanguinata. Fisicamente ero immondo, puzzavo. Ma dentro sentivo una gran purità, sentivo la gioia del cuore che batte. Se si muore, si muore bene.

Domandai io allora:

— Molte bestioline è vero, lassù?

— Oh, sì, tante! Io portavo la testa rasa come i frati. Eppure, veda stranezza! Avevo con me questo tubetto di profumo, e mi dava la sensazione di cose pulite, un’ebbrezza quasi sensuale. Eccolo!

Guardo. — Oh! Fornito da noi! Nostra fabbricazione. (Che caro giovane!)

— Certo — continuò Melai — bisognerebbe non ritornare in Italia! Sanno che io nei primi giorni avevo la nostalgia dei tremila metri? A Torino, a Milano, caffè aperti, cinematografi aperti, la luce elettrica, la gente che vi guarda con occhi strani. Batte le mani, guarda con curiosità. Non sanno che andiamo a morire? Gli amici vi riconoscono e dicono: “Oh, chi si