Pagina:Panzini - Io cerco moglie!, 1920.djvu/220

Da Wikisource.

— 206 —

l’attuale colloquio. Quello che mi premeva di significare, è che la mia attenzione si era posata con benevolenza sopra di lei: tanto è vero che mi ero permesso qualche avance di matrimonio col di lei genitore, e ne avevo avuto buoni affidamenti. Ma io le dirò di più: il mio viaggio a Genova era avvenuto per acquistare l’omaggio di alcune bazzecole decorative, le quali non sono sdegnate anche dalle più rigide virtù. Senonchè la mattina del sette giugno ho assistito all’assalto della di lei virtù. Questo spettacolo, creda, non era nel programma del mio viaggio! Ma badi: io non discuto in questo momento la preferenza data al signor Melai: Melai le è simpatico, e perciò io devo essere antipatico. Il mio orgoglio d’uomo è rimasto ferito. A lei non importa, lo so. Semplicemente mi sorprende che in una signorina, come è lei, che io avevo prescelto specialmente per le sue qualità di equilibrio mentale, abbia potuto aver luogo un fenomeno così folgorante di passione, diciamo così, irrazionale. “No! parlo piano — dissi a cane Leone che stava attento: — parlo piano come è mia abitudine: piano, ma energico e preciso„. E attesi una risposta.

Allora la signorina Oretta mosse le labbra, e venne fuori questa risposta: