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— Anche al telefono è lo stesso: Roma di solito non risponde.

— Vi prego di non scherzare. Hanno risposto — dice lei — ma fanno una difficoltà: il nome di Cioccolani.

— Non è un bel nome. Sconer è più bello.

— Forse avete ragione? È terribile! Un padre ha il diritto di lasciare a un figlio genio la eredità di un nome volgare! Ma l’obbiezione che fanno quei signori di Roma è un’altra. Essi dicono: “Cioccolani non è un nome conosciuto„. Non è piazzato. Capite? Quello che importa non è creare i Canti ermetici, creare l’Attileide. No! Piazzarsi! Ah, mostruoso!

— Fino a un certo punto. In commercio, contessina — mi permisi io di obbiettare — si verifica lo stesso fenomeno. Si fabbrica un prodotto; ma la cosa più difficile è lanciarlo, imporre il nome! “Ficcatevi bene in testa questo nome!„. E si fa un uomo con un chiodo che penetra dentro la testa. Molte volte è la fortuna di un nome. Pillole Plak! Qualunque farmacista le può fabbricare. Ma Pillole Plak si sono imposte. Sente che nome? Plak! Pare un comando. Naturalmente è un suono tedesco, così lo capiscono di più.

Ma la contessina, invece di ridere, rimase seria.