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— E io odio la musica — esclamò il dottor Pertusius — perchè è l’arte emolliente.

— Mi rimetto a lei in questo: ma come può cantare la signorina senza musica?

— Senza musica, senza piano! così per letizia come fa l’augelletto che si desta al mattino. E niente romanzi! Il meglio che possa capitare è quell’aria incantata di donne fatali che non sanno far nulla per casa.

— E altri dati?

Pertusius rispose: — Evitare il colore lunare, il color rosa-thea, il color pallido-crema. Lasciarlo ai poeti, romanzieri, e simile gente scriteriata. È vero che Ovidio Nasone nella sua “Arte di amare„ ha dato il precetto, pallat omnis amans, “ogni amante deve essere pallido,„ ma idiota e meretricio anche lui! Sotto il pallido-crema dei poeti scorre la scrofola e il pus. E nemmeno niente colore tenuemente rosato. “Oh, viola! oh, pervinca! oh, giglio!„ sospirano i poeti. Dite piuttosto: “bacillo di Koch„.

— Scusi, quale colore, allora?

Nigra sum sed formosa!

— Mi dispiace, ma non capisco.

— Vuol dire quel colore bruno, forte, naturale.

— E poi?

— I denti! Denti forti, ben incastrati nelle gen-