Pagina:Panzini - La Madonna di Mamà.djvu/176

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— E il povero conte?

— Fu lo schianto, la morte! Da allora vive solo, errante come un’anima in pena. Ah, i figli che fanno morire i padri di crepacuore!

— Io sono un plebeo, signor marchese — disse allora Aquilino —; e il mio povero babbo è morto: ma proprio non ho niente da rimproverarmi. Mi sembrerebbe, se avessi questi rimorsi, di sentire, la notte, il mio povero papà venirmi a tirare per i piedi. E allora dov’è questa nobiltà, signor marchese?

— Lo so io dove è la nobiltà? Io sono nobile, e basta! — disse il marchese.

«Ah, se non lo sa lei — disse fra sè Aquilino — non ne parliamo più».

Ma dopo un poco il marchese prese a dire:

— La nobiltà è gente che ha il pedigree. Voi avete il pedigree? No. Noi abbiamo un pedigree antico. I marchesi di Torrechiara — perchè sappiate che realmente esiste tuttora il castello di Torrechiara, da cui si domina tanto sereno all’intorno, — i marchesi di Torrechiara, vi dico, sono stati al seguito di Carlo V. Ciò è nella storia! Eppure ecco quello che un’antica pergamena dice, che pare un libro del dare e dell’avere. Addì, ecc.