Pagina:Panzini - La Madonna di Mamà.djvu/51

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-3 9 Aquilino avrebbe portato a casa quel bel mezzo pollo arrosto che rimaneva.

— Mangia, mangia, bimbo mio — diceva il conte — , e non badare a me. Quell’ala, va! mangiala pur con le mani: con il coltello vedo che non ci raccapezzi niente. Poi, sai? Se il pollo si mangia con le mani oppure col coltello, è ancora una questione insoluta.

Ma più che della prammatica del pollo, Aquilino era seccato dal cameriere: un cotale, lì del paese, di sua conoscenza, e un po’ gaglioffo di professione, che d’estate, indossava il frac del cameriere nel grand’ ho tei. Costui faceva mostra di servire Aquilino con degnazione e gli dava del tu, amareggiandogli tutta la dolcezza del pranzo. Che se non era il conte a tenerlo lontano con cenni e monosillabi, Aquilino paventava che il manigoldo gli mettesse la mano sulla spalla e gli dicesse qualcosa di sìmile a questa: Che bel pranzo abbiamo scroccato , eh, amicone?

Bastò infatti che il conte si allontanasse un momento, perchè colui dicesse ad Aquilino: — C...! Vi siete fatto aristocratico! Fate finta di non conoscere più gli amici. Eh, se anche hai quell’abito da moscardino, va! che siamo tutti e due figli della p.... miseria.