Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 148 — |
le labbra non si sollevarono a scoprire il digrignìo dei denti. Nulla. Era una pietà, una gran pietà per me.
Un’onda più forte la rovesciò e la fece andar sotto. Allora potei muovere il passo dal luogo dove era; e mi avvidi che correvo forte e con terrore come se qualcuno mi inseguisse. Solo quando ebbi svoltata la strada, fermai il passo e allora mi accorsi con meraviglia che era venuta la notte.
Finalmente, o meravigliosa notte, eri venuta e mi avevi ravvolto delle tue ombre, ed io era entrato nel bagno delizioso e profondo delle tue tenebre.