Pagina:Panzini - Lepida et tristia.djvu/148

Da Wikisource.
70 sotto la madonnina del duomo

come vivere a Londra, come a Parigi; e tu vuoi godere questi benefìci senza spendere? —

Dopo lungo cercare, alfine avea trovato un appartamentino di sua soddisfazione, formato di tre stanze di cui una così grande che ci poteva stare anche il letto matrimoniale, se Don Ambrogino non fosse stato tanto savio da conservarsi celibe.

Era una di quelle vecchie case della vecchia Milano, care al tuo santo cuore, o Emilio De Marchi, poeta, che ora ben dolcemente riposi sotto la tua terra lombarda! Il piccone demolitore non le ha ancora abbattute e quando cadranno, non sarà solo la materia sepolta sotto le mine!

Una gran corte: in mezzo della corte un povero giardino anemico e macilento, il quale però al tempo d’Aprile aveva la forza di lanciare, su per le quattro pareti scialbe, dei gran getti di glicine, le quali salendo anelanti di luce su per le ringhiere dei quattro piani, annunciavano alle etiche piante del giardino che il sole della primavera nasceva.

Casa di umili lavoratori lombardi: triste e tranquilla come un monastero. E permesso quivi di stendere sulle ringhiere i pannilini economicamente lavati in casa: i bambini non sono rifiutati dal padrone di casa, come nei palazzi moderni allo stil floreale, e posson anche giocare a tondo nel cortile. Verso le cinque, ogni sera, una trentina di pentole borbottando coi loro risi e col lardo, chiamano alla mensa e alla pace della lucerna i dispersi lavoratori.

Ambrogino nel fissare questo suo quartierino, avea provato una segreta dolcezza nel cuore, come chi rivede un amico disperso, come chi ode una voce che più non sperava di udire, perchè la sua infanzia era trascorsa proprio in una casa consimile a questa, ove ora trasportava gli Dei Penati, protettori della sua vecchiezza.

Abitava in alto, e dalle sue finestre si vedeva, chè