Pagina:Panzini - Lepida et tristia.djvu/187

Da Wikisource.

IL LINGUAGGIO DELLE PIETRE E DEI PESCI



Dopo parecchi anni sono tornato a R*** e sono passato davanti alla casa dei nonni. Come mai mi venne in mente di rivedere quella casa dopo tanto tempo?

Ecco: è stato veramente così: poco prima ero passato per la Pescheria. La settimana che precedette la Pasqua era stata tutta un sereno: i barchetti avevano fatto una gran pesca, ed ora tutto quel pesce saltellava ancor vivo sui lastroni di marmo della detta pescheria fra i venditori che urlavano, le bilancie che sbatacchiavano, la folla festiva che urlava e passava, e che folla! Era la vigilia, e il pesce a così buon mercato! Quella scena allegra io l’aveva in verità veduta altre volte: anzi era quel pesce, erano quei volti, erano quelle arguzie plebee stesse che rivivevano dopo venti anni: il mare azzurro nella dolcezza pasquale, non era quello? e i barchetti che passeggiano per l’indaco del mare, colle vele rosse che sem-