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divagazioni in bicicletta 201

l’ultimo tratto di strada, onorata dalla compagnia della mia bicicletta.

Dunque chiusa era la strada; però da parecchi anni si lavorava per la costruzione di un tronco di via che congiunge quel lembo estremo del Montefeltro con la Toscana. Il lavoro in mezzo a liti giudiziarie, incertezze di lavoro, incurie e difficoltà reali procede così lentamente che non vorrei assicurare che oggi pure sia terminato.

A me del resto la cosa interessava mediocremente, avendo già l’animo preparato e disposto a raggiungere su per i monti e per i sentieri, con la bicicletta alla mano, la via di Toscana, Invece le cose andarono meglio di quel che io mi ero pensato, e ciò sarà detto più innanzi.

Il mio arrivo a Pennabilli non destò alcun entusiasmo nella popolazione. Il postiglione, non so se per consuetudine per rispetto alla mia compagnia suonò a riprese il corno, ma con mediocrissimo effetto.

Un’importante funzione religiosa tratteneva la popolazione verso la chiesa; e i preti della processione erano moltissimi come si conveniva a borgo che da tempo antico è diocesi vescovile.

Pennabilli raccoglie le sue poche case attorno a una piazzetta con porticato e chiesa. Non vi sono, per quanto se ne faccia ricerca, nè hôtels e nè meno trattorie. Qualche famiglia del luogo tiene a disposizione dei rari forastieri una o due stanze, per allestirvi le quali vanno sottosopra tutte le donnette del vicinato: e voi ne avete l’animo pieno di mortificazione. Per mangiare v’è un’osteria che ha adottato un sistema ingegnosissimo di contabilità, comodo per il proprietario e per gli avventori.

Io non ho nessuna difficoltà a renderlo di publica