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IL TOPO DI BIBLIOTECA.

Nel tardo autunno dell’anno 19.. il professor Fulai, appartenente allo Stato Maggiore dell’alta cultura, era alquanto preoccupato.

Il signor Sigismondo Fulai era ancora un imponente uomo. La sua salute era regolare; i suoi denti erano regolari e sorridevano con grazia e sopportazione. La sua testa, benchè contenesse una biblioteca (un’altra biblioteca del pari ordinatissima esisteva in casa, primo piano nobile, verso giardino), incedeva eretta, con bel dondolamento. La sua voce era pacata e soave, la sua pelle era rasata, le sue scarpe scricchiolavano eleganti e sempre lucide per opera di Battista.

Battista (e non il Battista) era il nome del suo domestico, il quale dava col piumino contributo alle schede; ed era giunto a conoscere i libri della biblioteca dalle rilegature dei medesimi.