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Il topo di biblioteca 19

tanto quell’idea folle e turbinosa nella scatola cranica; poi tutti gli organi come inchiodati, serrati, frenati che non agivano più, gli organi della respirazione, della digestione: per contrario l’organo del cuore andava disperatamente come un cavallo che ha preso la mano al guidatore, e le pupille gli si erano sbarrate sì che non poteva dormire. Oh, un ben deplorevole stato! Ora quando il dottorino disse: reperto negativo, sembrò che quella idea folle che girava nel cervello, fosse scomparsa per effetto di magìa, come scompare un pipistrello (che è una specie di orribile topo) dal soffitto di una stanza dove è penetrato e dove gira vorticosamente: e insieme provò la sensazione deliziosa degli organi, che, serrati, gli si aprissero: vi entrava l’ossigeno, la gioia di vivere.

Ma fu un attimo solo; per sua mala ventura gli saltò in mente di chiedere: — Matematicamente?

A questa domanda il volto del dottore si concentrò, un po’ cupamente, con grande terrore di Fulai che lo spiava.

Il dottorino, benchè in un’altra branca dell’umano sapere, era seguace dello stesso metodo che seguiva il signor professore Fulai nelle sue ricerche d’archivio: nulla affermava senza il documento.