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gora. L’atrio ora pieno della più eletta società di Atene: nelle prime poltrone sedevano gli Arconti, e Protagora non era solo, ma aveva con sè alcuni suoi mammalucchi, dacchè il ventre di Protagora era fecondo. Esso seguita a generare anche oggi.

Il silenzio era meraviglioso, tanto che Socrate, Apollodoro e Fedone poterono ascoltare assai bene.

— Socrate? Oh, ecco Socrate! Salute a te, Socrate, — disse, con ben paludata parola, Protagora non appena scorse Socrate in fondo alla sala, — salute a te, Socrate! Anche noi, onorevoli signori Ateniesi, intendiamo, come il vostro concittadino Socrate, informare il carattere e l’intelligenza dei nobili giovani Ateniesi, educarli nelle virtù pubbliche e private. Anche noi