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Santippe nella prigione di Socrate 217


E stavano gli amici in mortale silenzio, quando Socrate, che era seduto come dicemmo — sul lettuccio, soffregandosi la gamba che era stata per quasi un mese stretta nel morso della bestiale catena, sorridendo disse: — Ecco qui, — e indicava il lividore delle carni piagate dalla catena, — io provo un grande piacere, mentre prima provavo un grande dolore. Sapete che è una gran cosa, una meravigliosa cosa quella del dolore e del piacere? Che cosa sono essi? Ci stavo appunto pensando quando entrò colei, anzi mi era venuto in mente di comporre una favola come quelle di Esopo, nella quale volevo dire quello che me ne pareva, cioè che il Piacere ed il Dolore sono così strettamente congiunti insieme, che quando l’uomo vuole prendere l’uno è costretto a pren-