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256 i trionfi di eva


Non solo la balia era eccellente; ma il balio pure. Il quale, oltre che benestante campagnuolo, era anche letterato.

Ogni mese costui elaborava una lettera invariabilmente di quattro pagine con un carattere denso ed irto come quello di un palimsesto, firmata Prosdocimi, nella quale lettera Crosio cercava una sola frase, cioè questa: «la bambina sta bene».

Ma siccome questa frase richiedeva una ricerca ed uno studio di interpretazione non breve e non facile, e d’altra parte la lettera veniva per se stessa a significare «la bimba sta bene», e le occupazioni e gli affari erano tanti, così Crosio finì con lo scorrere a pena quel difficile documento.

Ma oltre che scrittore, il balio si rivelò un bel giorno eccellente oratore.

Chè un giorno Crosio sentì nell’anticamera del suo studio la voce di un tale che domandava udienza.

— Voi siete? — chiese Almerigo Crosio inquadrandosi duramente sull’uscio.

— Io sono il balio, per servirla.

— Ah, Prosdocimi! Scusate, non vi ravvisavo!

— Sissignore, Piero Medici, o Medici Piero, come si dice adesso.

— Benissimo, accomodatevi, amico mio: io ho sempre letto «Prosdocimi», ma non importa.

E Piero Medici fu fatto entrare e adagiare in una poltrona.