Pagina:Panzini - Viaggio di un povero letterato.djvu/55

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vi. - Kara-kiri 39

vi trovo bene: — ma automaticamente, come si dice di lùglio: «quest’oggi è caldo», o di gennaio: «quest’oggi è freddo».

Ella mi voleva presentare alla sua compagnia, ma la pregai di dispensarmi.

— Cosa credete di farmi un onore presentàndomi come letterato, un letterato vostro amico? Voi vi sbagliate.

Dopo di che lei tornò al suo tàvolo, fra la sua compagnia. Io assaggiai di nuovo il gelato ed anche il mio cuore. Qualche pulsazione irregolare e nulla più. Ma probabilmente esse provenìvano dallo stupore di sentirmi ancora chiamare col sèmplice mio nome di battésimo, e così dolcemente. Ohimè, è da due anni che il mio nome di battèsimo io non lo sento più ripètere; e, forse, non sarà più ripetuto.

E sollevando ogni tanto gli occhi, vedevo, presso il tàvolo di fronte, il visetto di Mimì: esso sorgeva da una collarina bianca, sopra una sèmplice veste nera; ed una cuffietta moderna lo incorniciava con molta gràzia. Quel visetto era, o mi pareva, press’a poco uguale come l’ùltima volta che lo aveva veduto, molti anni fa. È colei Mimì, o è l’ombra di Mimì?