Pagina:Paola di Bello.pdf/6

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ancora più essenziale lo scudo è il luogo geometrico ove potere di asservimento e strumento liberatorio si fronteggiano, identificandosi. Al suo interno Medusa compare ormai solamente come memoria impressa di quella capacità pietrificante che lo scudo, riflettendola, domina - e che appunto perciò fa propria.
Non sembrerà spropositato affermare che, di questa parabola, "Medusa" di Paola Di Bello occupa un punto ben preciso, tanto distante dall’origine quanto destinato a non essere l’ultimo. Inoltre quest’opera conferma nella maniera più netta come la modalità specifica - e a ben guardare anche l’unica - di sopravvivenza del simbolo nella nostra epoca, sia l’occultamento. Il nostro occhio è troppo corazzato per farsi toccare da quello di Medusa. Mentre nello specchio non esitiamo ad affondarlo, indipendentemente da quello che vediamo. Da ciò il mito trae nuove forze. Medusa trionfa proprio nella sua sconfitta (non a caso il suo sguardo, si dice, aveva efficacia anche da morta). E uno sguardo invisibile è ben più tremendo di quello che si mostra. Ancora lo cerchiamo - ed esso già ci ha incatenato.