Vai al contenuto

Pagina:Paolina Leopardi Lettere.djvu/115

Da Wikisource.

91


morte. Non sono ancora due mesi che è morta di questa medesima malattia a Pesaro una mia cugina Antici, che in questa estate era stata a Recanati per vedere di migliorare, e che poi parti lasciandoci sicuri dolorosamente di non vederla più.

E non più lontano di un anno fa essa era un colosso, di una statura, di un personale ch’io non le invidiavo davvero, ma che era il ritratto della floridezza e di una robustezza maschile. Vedi che è finita l’anarchia bolognese? essa ha durato un pezzo, ma veramente era ora di finirla, e tutti ne eravamo annoiati grandemente, e meravigliati di tanto ardore, di tanto acciecamento. Dicono che Bologna era divenuta una spelonca, che i mercanti non facevano più affari, che forestieri non ne venivano più, che gli alberghi eran chiusi, e che il malcontento era generale.

Prosegui nei tuoi trionfi, o mia diletta! essi ti compenseranno certamente delle fatiche che devi sostenere; formeranno il gaudio della tua famiglia, e dei tuoi amici, fra i quali contami per sempre e per tutta la vita... Ma, cosa dico? non è vero niente, no, non è vero tu non vuoi salu- tarmi, non vuoi abbracciarmi, ebbene addio! Quando non saprai cosa fare, perchè non andrai a fare una visita a nome mio alla Regnoli? Essa non può uscire di casa a motivo della sua gravidanza che le è molto incomoda, ma già sa di te, quanto cara cosa sei, io credo che la troverai molto gentile, ma ti dirò la verità dicendoti che conosco assai meglio un certa giovane amabilissima (che ha una soavissima voce) che essa.