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Pagina:Paolina Leopardi Lettere.djvu/36

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voi, benchè non vi conosca? Giacomo le ha raccontato ciò ch’egli vi diceva di Carlo; nostro fratello, ch’era egli un bel giovane, e la comparazione che voi faceste di lui con Pepoli, ebbene! essa non vorrebbe certo che Carlo vi vedesse, e non vuole ch’egli le parli di voi, e in somma ne è gelosa!

Ma non crediate mica perciò che mia cugina sia una stravagante nè una sciocca; essa non fa altro che amare perdutamente suo marito, e considera come una disgrazia irreparabile il perdere uno solo dei suoi pensieri. E, giacchè vi ho nominato mia cugina, voglio dirvi che anch’essa è per me un oggetto di sommo dolore, nel tempo stesso che ci amiamo tenerissimamente. Io la ho amata tanto questa cara persona che me ne ero fatto quasi un idolo; essa era l’unico mio pen- siero vegliando e dormendo, essa era per me il vero tipo della bontà, non avevo altro desiderio che di vederla, e, come potete bene figurarvi, avevo renduto mamà cost gelosa, che io ne ero disperata; ma ora che mia cugina è divenuta moglie di mio fratello, e che i miei genitori non volevano, io non la vedo più, e sono rimasta sola, affatto sola! Voi non potete figurarvi i miei pianti, il mio dolore, ed io non potrei mai descriverlo.

Da più giorni vi rinnovo assai di sovente, anzi tutte le volte ch’io passo dinanzi ad un certo quadro, i ringraziamenti per il caro dono che il papà vostro ha fatto a Giacomo. Se sapeste quanto mi ha divertito lo svolgere quel pacco, e trovarvi delle carte appartenenti ad una certa