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Pagina:Paolina Leopardi Lettere.djvu/57

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Cara Marianna mia, come stai? Ti è passata la luna, il mal umore, il tuo mal essere di salute? Questo è quello che m’interessa più di tutto, poichè quanto al resto da un momento all’altro si può cangiare. Ma quanto mai mi affligge questo tuo ozio!... Ieri sera prima di andare a letto io scrissi sin qui, ma allora non sapevo ciò che ho saputo quest’oggi (Martedi) e che, mentre io scrivo, tu ancora non sai; il permesso venuto di aprire i teatri. Ho saltato dalla gioia, e per te sola, per te che sei realmente in cima a tutti i miei pensieri.

Ecco dunque soddisfatti i vostri più vivi desideri, eccoti piena di faccende, e vicina a cingerti di nuovi allori. Nina sarà un poco più tranquilla e stimerà di più le berrette rosse. Quella ragazza mi pare che sia più focosa di te: voi due siete per me Minna e Brenda di W. Scott, e Rosina ed Elena di Lafontaine, nelle confessioni al sepolcro; già si sa che io ti rassomiglio alle due prime, e Nina alle seconde, ed io voglio molto bene a queste ragazze ideali, appunto perchè le ho paragonate alle mie amiche dacchè le ho conosciute. E tu riderai di questa idea, pure è vera, e quando rileggo questi romanzi mi sembra realmente di sentirvi parlare. Ma tu ora hai altra voglia che di trattenerti meco, e hai ragione; nè voglio essere indiscreta. Solo voglio ringraziarti del Rubini che mi prometti. Ma se non hai scritto a Bologna, non ci pensar più. Io credevo che tu ne avessi qualche copia, altrimenti non te lo avrei chiesto, chè io non volevo incomodarti per nessun modo. Ho molto gusto che non sei per andare a Cosenza;


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