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Pagina:Paolina Leopardi Lettere.djvu/67

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egli deve avere avuto una certa lettera del Comitato del mio paese, se le poste sono state fedeli; ma nè tuo padre, nè mio fratello hanno risposto mai, ed io non posso dire di più per paura, e poi ora tutto è finito. Ti ringrazio, o cara, della stampa che mi mandasti; essa mi fece bene, poichè mi facevano acido assai le lodi della brutta moglie dell’Ebreo. Com’è che non va più a Palermo? Noi siamo così storditi dal turbine, che mi pare impossibile di poter riflettere a nulla, di poter far nulla, altro che pleurer.

L’amico di mio fratello1, il professore di Parma2, T.3 si sono compromessi? che fanno? Io sempre tremo di sentir nuove sciagure. Care anime mie, io vi abbraccio, e vi bacio tutte con la più viva tenerezza; ditemi che voi siete tranquille, e quello sarà il più bel momento che io abbia passato da molti giorni in qua. Saluto caramente i tuoi genitori, ed auguro ad essi e a voi, care giovani, quella tranquillità d’animo e di corpo che rende meno orribile questa infelice vita. Ricordati che sarai sempre amata come meriti dalla tua Paolina, e ricordati che l’amore di una persona si cara e virtuosa come sei, è l’unica sua consolazione.



  1. Giordani.
  2. Il Prof. Pietro Pellegrini.
  3. Giacomo Tommasini.