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160 il giorno


Indiche merci son tazza e bevande;
scegli qual piú desii. S’oggi a te giova
porger dolci a lo stomaco fomenti,
onde con legge il naturai calore
100v’arda temprato, e al digerir ti vaglia,
tu il cioccolatte eleggi, onde tributo
ti diè il guatimalese, o il caribèo
che di barbare penne avvolto ha il crine:
ma se noiosa ipocondria ti opprime,
105o troppo intorno a le divine membra
adipe cresce, de’ tuoi labbri onora
la nettarea bevanda ove abbronzato
arde e fumica il grano a te d’Aleppo
giunto e da Moca che di mille navi
110popolata mai sempre insuperbisce.
     Certo fu d’uopo che da i prischi seggi
uscisse un regno, e con audaci vele,
fra straniere procelle e novi mostri
e teme e rischi ed inumane fami,
115superasse i confin per tanta etade
inviolati ancora; e ben fu dritto
se bizzarro e Cortese umano sangue
piú non stimar quel ch’oltre l’oceáno
scorrea le umane membra; e se tonando
120e fulminando alfin spietatamente
balzaron giú da i grandi aviti troni
re messicani e generosi Incassi,
poi che nuove cosí venner delizie,
o gemma de gli eroi, al tuo palato.
     125Cessi’l cielo però che, in quel momento
che le scelte bevande a sorbir prendi,
servo indiscreto a te improvviso annunci
o il villano sartor che non ben pago
d’aver teco diviso i ricchi drappi
130oso sia ancor con polizza infinita
fastidirti la mente; o di lugubri