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172 il giorno


prima sará, che da’ piú strani eventi
530s’involva o tronchi all’alta impresa il filo.
Fisa i guardi a lo speglio; e lá sovente
il mio signor vedrai morder le labbra
impaziente, ed arrossir nel volto.
Sovente ancor, se men dell’uso esperta
535parrá tua destra, del convulso piede
udrai lo scalpitar breve e frequente,
non senza un tronco articolar di voce
che condanni e minacci. Anco t’aspetta
veder talvolta il cavalier sublime
540furiando agitarsi, e destra e manca
porsi a la chioma, e dissipar con l’ugne
lo studio di molt’ore in un momento.
Che piú? Se per tuo male un di vaghezza
d’accordar ti prendesse al suo sembiante
545gli edifici del capo, e non curassi
ricever leggi da colui che venne
pur ier di Francia, ahi quale atroce folgore,
meschino! allor ti penderla sul capo?
Tu allor l’eroe vedresti ergers’in piedi,
550e per gli occhi versando ira e dispetto,
mille strazi imprecarti; e scender fino
ad usurpar le infami voci al vulgo
per farti onta maggiore; e di bastone
il tergo minacciarti; e violento
555rovesciare ogni cosa, al suol spargendo
rotti cristalli e calamistri e vasi
e pettini ad un tempo. In simil guisa,
se del tonante all’ara o de la dea
che ricovrò dal Nilo il turpe phallo,
560tauro spezzava i raddoppiati nodi
e libero fuggia, vedeansi a terra
cader tripodi, tazze, bende, scuri,
litui, coltelli, e d’orridi mugiti
commosse rimbombar le arcate volte,