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i - il mattino 175


per cui va si famoso il pazzo conte.
     Questi, o signore, i tuoi studiati autori
fieno e mill’altri che guidáro in Francia
640i bendati sultani, i regi persi
e le peregrinanti arabe dame;
o che, con penna liberale, a i cani
ragion donáro e a i barbari sedili,
e dièr feste e conviti e liete scene
645a i polli ed alle gru d’amor maestre.
     O pascol degno d’anima sublime!
oh chiara, oh nobil mente! A te ben dritto
è che s’incurvi riverente il vulgo,
e gli oracoli attenda. Or chi fie dunque
650si temerario che in suo cor ti beffe
qualor, partendo da si gravi studi,
del tuo paese l’ignoranza accusi,
e tenti aprir col tuo felice raggio
la gotica caliggine che annosa
655siede su gli occhi a le misere genti?
Cosí non mai ti venga estranea cura
questi a troncar si preziosi istanti
in cui del pari e a la dorata chioma
splendor dai novo ed al celeste ingegno.
     660Non pertanto avverrá che tu sospenda
quindi a poco il versar de’ libri amati,
e che ad altro ti volga. A te quest’ora
condurrá il merciaiol che in patria or torna
pronto inventor di lusinghiere fole,
665e liberal di forastieri nomi
a merci che non mai varcáro i monti.
Tu a lui credi ogni detto. E chi vuoi ch’ose
unqua mentire ad un tuo pari in faccia?
Ei fia che venda, se a te piace, o cambi
670mille fregi e lavori a cui la moda
di viver concedette un giorno intero
tra le folte d’inezie illustri tasche: