Pagina:Parini, Giuseppe – Poesie, Vol. I, 1929 – BEIC 1889888.djvu/192

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il piú famoso parrucchier lo involi
e lo adatti al tuo capo, in sul tuo capo
1035ripiegato l’afferri e lo sospenda
con testugginei denti il pettin curvo.
Ampio cappello alfin che il disco agguagli
del gran lume febeo tutto ti copra,
e allo sguardo profan tuo nume asconda.
1040Poi che cosi le belle membra ornate
con artifici negligenti avrai,
esci soletto a respirar talora
i mattutini fiati; e lieve canna
brandendo con la man, quasi baleno
1045le vie trascorri, e premi ed urta il vulgo
che s’oppone al tuo corso. In altra guisa
fòra colpa l’uscir; però che andriéno
mal dal vulgo distinti i primi eroi.
     Tal giorno ancora, o d’ogni giorno forse
1050fien qualch’ore serbate al molle ferro
che i peli a te rigermoglianti a pena
d’in su la guancia miete; e par che invidi
ch’altri fuor che sé solo indaghi e scopra
unqua il tuo sesso. Arrogo a questo il giorno
1055che di lavacro uni versai convienti
terger le vaghe membra. E ver che allora
d’esser mortai dubiterai; ma innalza
tu allor la mente a i grandi aviti onori
che fino a te per secoli cotanti
1060misti scesero al chiaro altero sangue,
e il pensier ubbioso al par di nebbia
per lo vasto vedrai aere smarrirsi
a i raggi de la gloria onde t’investi,
e di te pago sorgerai qual pria
1063gran semidèo che a sé solo somiglia.
Fama è cosi che il di quinto le fate
loro salma immortai vedean coprirsi
giá d’orribil scaglie, e in feda serpe