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i - il mattino 189


e in mezzo a gli ampli fòri alto le fece
salir scherzando a rinfrescar la state,
madre di morbi popolari. Oh come
ardi a tal vista di beato orgoglio,
1145magnanimo garzoni Folle! A cui parlo?
Ei giá piú non m’ascolta: odiò que’ ceffi
il suo sguardo gentil: noia lui prese
di si vieti racconti: e giá s’affretta
giú per le scale impaziente. Addio,
1150de gli uomini delizia, e di tua stirpe
e de la patria tua gloria e sostegno.
Ecco che umili in bipartita schiera
t’accolgono i tuoi servi: altri giá pronto
via se ne corre ad annunciare al mondo
1155che tu vieni a bearlo; altri a le braccia
timido ti sostien, mentre il dorato
cocchio tu sali, e tacito e severo
sur un canto ti sdrai. Apriti, o vulgo,
e cedi il passo al trono ove s’asside
1160il mio signore. Ahi, te meschin, s’ei perde
un sol per te de’ preziosi istanti!
Temi il non mai da legge o verga o fune
domabile cocchier; temi le rote
che giá piú volte le tue membra in giro
1165avvolser seco, e del tuo impuro sangue
corser macchiate, e il suol di lunga striscia,
spettacol miserabile! segnáro.