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207 il giorno


si superba di ventre agita mole?
Oh di mente acutissima dotate
mamme del suo palato! oh da’ mortali
600invidiabil anima che siede
fra l’ammiranda lor testura, e quindi
l’ultimo del piacer deliquio sugge!
Chi piú acuto di lui penètra e intende
la natura migliore? o chi piú industre
605converte a suo piacer l’aria, la terra,
e il ferace di mostri ondoso abisso?
Qualora ei viene al desco altrui, paventano
suo gusto inesorabile le smilze
ombre de gli avi, che per l’aria lievi
610aggiransi vegliando ancor dintorno
a i ceduti tesori; e piangoli, lasse!
le mal spese vigilie, i sobri pasti,
le in preda all’aquilon case, le antique
digiune rozze, gli scommessi cocchi
615forte assordanti per stridente ferro
le piazze e i tetti: e lamentando vanno
gl’in van nudati rustici, le fami
mal desiate, e de le sacre toghe
l’armata in vano autoritá sul vulgo.
     620L’altro vicin chi fia? Per certo il caso
congiunse accorto i duo leggiadri estremi,
perché doppio spettacolo campeggi;
e l’un dell’altro al par piú lustri e splenda.
Falcato dio de gli orti, a cui la greca
625Lámsaco d’asinelli offrir solea
vittima degna, al giovane seguace
del sapiente di Samo i doni tuoi
reca sul desco. Egli ozioso siede
aborrendo le carni; e le narici
630schifo raggrinza; e in nauseanti rughe
ripiega i labbri; e poco pane in tanto
rumina lentamente. Altro giammai