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217 il giorno


Ma tu, come sublime aquila, vola
dietro a i sofi novelli. Alto dia plauso
tutta la mensa al tuo poggiare audace.
960Te con lo sguardo e con l’orecchio beva
la dama da le tue labbra rapita:
con cenno approvator vezzosa il capo
pieghi sovente: e il «calcolo» e la «massa»
e la «inversa ragion» sonino ancora
965su la bocca amorosa. Or piú non odia
de le scole il sermone Amor maestro:
e l’accademia e i portici passeggia
de’ filosofi al fianco; e con la molle
mano accarezza le cadenti barbe.
     970Ma guardati, o signor, guardati, oh Dio!
dal tossico mortai che fuora esala
da i volumi famosi: e occulto poi
sa, per le luci penetrato all’alma,
gir serpendo ne’ cori; e con fallace
975lusinghevole stil corromper tenta
il generoso de le stirpi orgoglio
che ti scevra dal vulgo. Udrai da quelli,
che ciascun de’ viventi all’altro è pari;
e caro a la Natura e caro al cielo
980è non manco di te colui che regge
i tuoi destrieri e quel ch’ara i tuoi campi,
e che la tua pietade o il tuo rispetto
devrien fino a costor scender vilmente.
Folli sogni d’infermo! Intatti lascia
985cosi strani consigli: e solo attigni
ciò che la dolce voluttá rinfranca,
ciò che scioglie i desiri, e ciò che nudre
la libertá magnanima. Tu questo
reca solo a la mensa; e sol da questo
990plauso cerca ed onor: cosí dell’api
l’industrioso popolo ronzando,
gira di fiore in fior, di prato in prato;