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viii - la laurea | 319 |
XII
LA TEMPESTA
[1786?]
Odi, Alcone, il muggito
nell’alto mar de la crudel tempesta,
e la folgor funesta
che con tuono infinito
5scoppia da lungi, e rimbombar fa il lito.
Ahimè, miseri legni
che cupidigia e ambizion sospinse;
e facil’aura vinse
per li mobili regni
10lor speme a sciorre oltre gli erculei segni
Altro sperò giocondo
tornar da ignote preziose cave;
e d’oro e gemme grave
opprimer col suo pondo
15de la spiaggia nativa il basso fondo.
Credeva altro d’immani
mostri oleosi preda far nell’alto;
altro feroce assalto
dare a gli abeti estrani,
20e dell’altrui tesoro empier suoi vani.