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XIV
IL PERICOLO
(Per Cecilia Tron)
[1787?]
In vano in van la chioma
deforme di canizie,
e l’anima giá doma
da i casi, e fatto rigido
5il senno dall’etá,
si crederá che scudo
sien contro ad occhi fulgidi,
a mobil seno, a nudo
braccio e all’altre terribili
10arme della beltá.
Gode assalir nel porto
la contumace Venere:
e, rotto il fune e il torto
ferro, rapir nel pelago
15invecchiato nocchier;
e, per novo periglio
di tempeste, all’arbitrio
darlo del cieco figlio,
esultando con perfido
20riso del suo poter.