Pagina:Parini, Giuseppe – Poesie, Vol. I, 1929 – BEIC 1889888.djvu/347

Da Wikisource.

xvii - la gratitudine 341


     tale in sembianti ei parve oltra il mortale
uso benigni allora;
onde quell’atto ancora
di giocondo tumulto il cor m’assale:
95ché la man, ch’io mirai
dianzi guidar l’amata genitrice,
ahi! prima del morir tolta infelice
del sole a i vaghi rai,
e tolta dal veder per lei dal ciglio
100sparger lagrime illustri il caro figlio:
     quella man che gran tempo, a lato a i troni
onde frenato è il mondo,
di consiglio profondo
carte seppe notar propizie a i buoni:
105quella che, mentre ei presse
de le chiare provincie i sommi seggi,
grate al popol donò salubri leggi;
quella il mio fianco resse,
insigne aprendo a la fastosa etade
110spettacol di modestia e di pietade.
     Uomo, a cui la natura e il ciel diffuse
voglie nel cor benigne,
qualor desio lo spigne
l’arti a seguir de le innocenti Muse,
115il germe in lui nativo
con lo aggiunto vigor molce ed affina,
pari a nobile fior, cui cittadina
mano in tiepido clivo
educa e nutre, e da piú ricche foglie
120cara copia d’odori all’aria scioglie.
     Costui, se poi d’intorno a sé conteste
d’onori e di fortuna
fulgide pompe aduna,
pregiate allor che a la virtú son veste,
125costui de’ propri tetti