Pagina:Parini, Giuseppe – Poesie, Vol. I, 1929 – BEIC 1889888.djvu/373

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nota 367

Vespro si seguí l’unico manoscritto autografo che contiene i vv. 1-349, piú le parti del Mezzogiorno incorporate nel nuovo poemetto, salvo che pei vv. 457-510 pei quali si seguirono i giá accennati foglietti autografi, ponendo in questa Nota le varianti delle parti originariamente comprese nella prima edizione del Mezzogiorno; e per la Notte si riprodusse il testo del manoscritto piú ampio (7), segnando in questa Nota le varianti degli altri sei manoscritti piú brevi, mentre in appendice si raccolsero quelle serie di versi del manoscritto 1, che non appaiono nel manoscritto 7 e che non si sa di preciso in qual punto del poemetto sarebbero state collocate dall’autore, se avesse compiuto l’opera sua. In una seconda appendice si raccolsero poi gli appunti, buttati giú in fretta dall’autore, e scritti parte colla penna e parte colla matita, coll’intendimento di servirsene poi o pel Vespro o per la Notte.

Quanto alle Odi, non ho che a ripetere, presso a poco, quanto scrissi giá dieci anni or sono, pubblicandole, insieme col Giorno, nella giá citata edizione scolastica (Napoli, Perrella, 1920). I componimenti che vanno per lo piú sotto questo nome, furono scritti dal Parini tra il 1757, circa, e il 1795, e in parte recitati in sedute accademiche o stampati in fogli volanti, in raccolte d’occasione, in gazzette letterarie; ma la loro diffusione avvenne specialmente per mezzo di copie manoscritte, finché, nel 1791, Agostino Gambarelli, discepolo del poeta, non raccolse in un volumetto dal titolo Odi giá divolgate, quelli che il poeta aveva fatto conoscere fino a quell’anno. Il volumetto ebbe molta diffusione e fu piú volte riprodotto; ma il Parini non ne era contento, per varie ragioni, e soprattutto perché, tra i componimenti in esso raccolti, erano tre poesie improvvisate e di scarso valore (Il piacere e la virtú, Piramo e Tisbe, Alceste) e due vere e proprie canzonette (Il brindisi. La primavera). Preparò quindi egli stesso una nuova raccolta, comprendente anche le odi composte dopo il 1791; ma fu colpito dalla morte prima di aver potuto provvedere alla pubblicazione. Vi pensò, qualche anno dopo, il Reina che, nel secondo volume delle Opere del Nostro, pubblicato nel 1802, comprese, con altre liriche, anche venti odi, che in seguito furono riprodotte, quasi senza mutamento, da molti editori che vennero di poi. Soltanto se ne distaccò nel 1814 Giuseppe Bernardoni, che, pubblicando un volume di Poesie scelte del Parini, ridusse le odi a diciannove (perché ne escluse Le nozze che relegò tra le canzonette), le ordinò, in parte almeno, con criteri cronologici piú esatti di