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52 alcune poesie di ripano eupilino


 o berricuocolaio:
e s’ella vale un mezzo mondo a falle,
ne vai piú di millanta a manucalle.

LXXXIV

     Son le furie d’Averno, a quel ch’io sento,
tre: Megera, Tesifone ed Aletto;
ma al mondo se ne contan per portento
infíno a sei sotto un medesmo tetto.
     Son sei sorelle tutte d’un aspetto:
il ciel ne guardi s’eile fusson cento!
Cacolle la natura per dispetto
un di ch’ella si messe un argomento.
     C’è ancor chi dice ch’elle usciron fuora
prima di tutti quanti gli altri mali
dal maladetto vaso di Pandora.
     Chi volesse fondar cento spedali
o lazzeretti, lo farebbe ognora
ch’egli potesse aver queste cotali
 veraci e naturali
immagini del morbo e della peste,
fatte senza livello e senza seste
 dalle veloci e preste
mani della natura esterrefatta
da quella materiaccia contraffatta,
 la qual par proprio fatta
per far le tentazioni a sant’Antonio
in forma di fantasma o di demonio.

 

LXXXV

     Muse pitocche, andatene al bordello,
poiché da questo vostro mestieraccio,
mentre per soddisfare a ognun m’avaccio,
io non ne cavo un marcio quattrinello.