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56 alcune poesie di ripano eupilino


     Ma ritorniamo a te, ser Cecco bello:
come va la faccenda? E la signora
ti fruga nel pensier, ti dá martello?
     25Vatt’ella consumando ad ora ad ora,
povero meschinello, poveraccio,
oppure ti dá sosta una qualch’ora?
     Ti senti tu del caldo, oppur del ghiaccio?
Se’ vivo, sano, verde come un aglio?
30Oppure se’ ravvolto in uno straccio?
     I’ ho tanta paura che mi quaglio
allor ch’io penso a cotesto tuo stato,
e mi pare d’avere addosso un maglio.
     Ma spero che rimedio arai trovato
35a questo rodimento maladetto,
e quel gran ruzzo te l’avrai cavato.
     Se no, cerca di trarre alcun diletto
da qualche foresozza ben tarchiata,
ch’elle sono, per Dio, di core schietto.
     40Falle col chittarin la serenata,
ch’e’ non c’è ristio di pigliar l’acceggia:
dálie la ben venuta e ben trovata.
     E quando che la zappa o la marreggia,
va a ritrovarla, e presso le ti metti,
45e li ciarla e sghignazza e cuccuveggia.
     Dálie de’ nastri, dálie de’ merletti,
e qualche stringa, e qualche coreggiuolo,
e de’ bigheri ancor, degli spilletti.
     E cosí passeratti il tempo a volo,
50senza pensare alle ribalderie,
senz’alcun dispiacere, senza duolo.
     Legger potrále delle poesie
nuove, bizzarre, chiare ed allegrocce,
come sarebbe, a un mo’ di dir, le mie;
     55e poi farle le dolci carezzocce,
e qualche baciolino anche appiccarle
in su quelle gotuzze vermigliocce.