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Pagina:Parini, Giuseppe – Poesie, Vol. I, 1929 – BEIC 1889888.djvu/82

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76 alcune poesie di ripano eupilino


     25Son io colui che in pescatóri giochi
sovr’ogn’altro compagno il pregio ottenni
e cli’a ingannar coll’esca e colla rete
i semplicetti pesci avea si pochi
uguali in sulla riva ond’io qua venni?
30O canne, o reti mie, non piú vedrete

     il vostro pescatore, e, se ’l vedeste,
non credereste mai che desso i’ sia!
Or vengan pur le grasse tinche a riva
coi lascivetti lucci, e colle preste
35occhiate i persici, ora che la mia
fiocina giace irruginita e priva

     d’una man che la spinga, e ’l mio tridente,
fitto laggiú nell’arenoso fondo,
d’alga e di musco si ricopre intorno.
40Ahi misero Sebeto, e chi ti sente
alleviar colla voce il grave pondo
di quel mal che ti preme e notte e giorno?

     Questo lito, quest’onda e queste piante
non t’odon giá; ché se potesse udirti
45una cosa insensata, udresti ancora
le scabre selci alla tua voce infrante,
e Tonde algenti, e quest’incolti ed irti
alber’aspri ululati mandar fuora

     accompagnando i tuoi tristi lamenti.
50Ma voi, veloci pesci e leggiadretti,
che per quest’acque ognor scherzando andate,
se mai vi face andar piú tardi e lenti
Amor che incende ancora i vostri petti,
abbiate voi del mio dolor pietate.