Pagina:Parini, Giuseppe – Poesie, Vol. II, 1929 – BEIC 1890705.djvu/10

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4 opere drammatiche


d’ogni parte l’erbe e le piante, una fragranza di divini odori si sparge d’ogni intorno; i fonti scaturiscono e zampillano piú vivaci che mai; le acque cadenti dall’urna del vicino Adda si rigonfiano e scorrono romoreggiando; e mille piccoli geni si vengon di mano in mano posando sopra gii alberi, e versan quindi ghirlande di fiori. Tutto annuncia la presenza di qualche nuova possente deitá. Di fatti, squarciatosi il seno d’una lattea leggerissima nuvola, ecco apparire Venere ed Amore sopra il loro carro seduti. Venere riconosce il luogo a qualche rovinoso vestigio, e le sovviene d’esservi altra volta venuta per celebrarvi reali nozze. Amore annuncia festosamente al popolo ed alle presenti divinitá nuovi e piú lieti avvenimenti. Invano Pallade e Mercurio, punti d’emulazione, enumerano le cose da lor fatte, per consiglio d’Augusta, a favor dell’Insubria; e pretendono non potersi andare piú oltre; imperocché Amore, serbando il suo carattere disdegnoso, promette fra poche ore un’opera, che di gran lunga sopravanzi le loro, e porti al colmo la felicitá dell’Insubria: e, accennando la capitale di quella, colá, com’era venuto, colla madre s’invia. Pallade e Mercurio confusi e pensosi si ritirano in disparte, risoluti di attendere quel che sia per seguire; e intanto il coro de’ geni, de’ pastori e delle ninfe ripigliano la danza interrotta, continuandola sino al fine piú lietamente che prima. Posto fine alla danza, mentre che Pallade e Mercurio da un canto temono d’esser vinti dall’ampiezza del cuore d’Augusta e dalla possanza d’Amore; e dall’altro il genio, sebbene sopraffatto dall’immensitá de’ benefici, s’innalza sempre a piú grandi speranze, l’amena spiaggia, sopra la quale si trovano, cambiasi repentinamente in un magnifico tempio, ornato all’intorno di preziosi bassirilievi, ne’ quali vengono simboleggiate le principali beneficenza d’Augusta. Un’ara ricchissima innalzasi nel mezzo del tempio, nella quale fumano tuttavia gl’incensi. Quivi appaiono di nuovo Venere ed Amore, accompagnati dal loro séguito, e tutti inghirlandati di lauro, di mirto e di fiori. Gli altri, sorpresi dal nuovo accidente, non attendono di sapere quel ch’esso prometta, ma impazienti ne interrogano Amore; ed